Progettazione impianti antincendio di spegnimento (naspi, idranti, sprinkler)
Gli impianti di protezione attiva manuali e automatici
In tema di sicurezza antincendio si distingue la “prevenzione antincendio” dalla “protezione antincendio”. Il primo termine si riferisce a tutto quelle misure di sicurezza atte a ridurre la probabilità di innesco e propagazione di un incendio, mentre il secondo riguarda le misure di sicurezza predisposte ad intervenire al fine di limitare i danni dell’incendio. Gli impianti di protezione attiva antincendio (es. Impianti a naspi, idranti e sprinkler) rientrano nel campo delle misure di sicurezza di protezione antincendio.
Gli impianti di spegnimento antincendio si differenziano a loro volta fra impianti manuali ed automatici. Gli impianti manuali antincendio richiedono l’intervento di un operatore per svolgere la loro funzione, parliamo dunque di impianti a naspi UNI 25 e idranti UNI 45 o UNI 70. Gli impianti automatici di spegnimento sono invece progettati per intervenire in modo automatico seguito della rilevazione dell’incendio.
Progettazione impianti antincendio a Parma?
Studio Dall’Orto progetta impianti di spegnimento dell’incendio (automatici o manuali) in conformità alla normativa vigente sul territorio nazionale o, in caso di particolari richieste, seguendo standard internazionali (es. NFPA). Vengono redatti progetti preliminari, esecutivi, costruttivi ed as built, oltre a tutta la documentazione di appalto da sottoporre alle imprese esecutrici per la finalizzazione delle offerte economiche di gara (computi metrici, analisi economiche, capitolati prestazionali). Progettiamo impianti a naspi UNI 25 e ad idranti UNI 45 e UNI 70, impianti di spegnimento automatico a sprinkler, ESFR, water mist, a deplezione di ossigeno. In ambito civile progettando impianti a servizio di autorimesse, scuole ed università, negozi e centri commerciali, uffici, strutture sanitarie ed ospedali, fiere, musei e gallerie d’arte, edifici pregevoli di arte e storia, alberghi e strutture ricettive, aeroporti e stazioni metropolitane, centri sportivi, palestre e palasport. In ambito industriale progettiamo impianti a servizio di industrie metalmeccaniche, chimiche e petrolchimiche, magazzini e logistica, farmaceutico, alimentare, elettronica, tessile, automotive…
Quando è richiesto un impianto di protezione attiva?
La normativa italiana degli impianti antincendio
Nel panorama normativo italiano in materia di prevenzione incendi, spiccano due riferimenti normativi concernenti gli impianti di protezione manuali o automatici.
Il primo riferimento è il DM 37/2008 – “Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11- quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici”. Tale Decreto riconosce le seguenti tipologie di impianti:
- impianti di alimentazione di idranti;
- impianti di estinzione di tipo automatico e manuale;
- impianti di rivelazione di gas, di fumo e d’incendio.
mentre il secondo è il DM 20/12/2012 – “Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l’incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi”, noto anche come “Decreto Impianti”. Tale Decreto riconosce i seguenti tipi di impianti antincendio:
- impianti di estinzione o controllo dell’incendio, di tipo automatico o manuale;
- impianti di rivelazione incendio e segnalazione allarme incendio;
- impianti di controllo del fumo e del calore (assenti nel DM 37/2008).
Entrambi i suddetti Decreti sanciscono le modalità di progettazione, installazione, esercizio, manutenzione, modifiche ed ampliamenti degli impianti di protezione attiva.
Secondo questi Decreti, per l’installazione o la modifica degli impianti di protezione antincendio di cui sopra, deve essere redatto un progetto. Il progetto degli impianti è necessario per tutte le attività richiamate nel D.p.r. 151/2011 (attività soggette a Certificato di Prevenzione Incendi C.P.I.) e in tutti i casi in cui siano presenti almeno 4 idranti o almeno 10 rilevatori di fumo.
La progettazione degli impianti deve essere svolta da tecnico abilitato o da Professionista antincendio (ovvero un Professionista iscritto ad appositi albi ministeriali). Se la progettazione è conforme alle norme tecniche nazionali (UNI, CEI…) è sufficiente la firma di tecnico abilitato. Nel caso di progettazione secondo standard internazionali (NFPA …) è necessaria la firma di un Professionista antincendio.
Quando è richiesto l’impianto antincendio?
Tutte le strategia di protezione e prevenzione antincendio, atte dunque a tutelare la sicurezza di persone e beni, sono funzione di una preliminare valutazione del rischio. La scelta di installare un impianto di spegnimento antincendio non è da meno.
La valutazione del rischio può essere stata redatta dal Legislatore, il quale prescrive la necessità di adottare sistemi di spegnimento in certe attività, oppure può essere condotta dal Professionista antincendio e dai Vigili del Fuoco. Questi possono richiedere la presenza di un impianto di spegnimento attraverso una apposita prescrizione in fase di valutazione di progetto.
Progettazione impianti manuali a naspi UNI 25 e idranti UNI 45 – UNI 70
La più classica forma di impianti di spegnimento manuale dell’incendio è rappresentata dalle reti di naspi e idranti. Tale sistema comprende, oltre che ai corpi preposti all’erogazione dell’estinguente, anche le loro linee di alimentazione idrica, il valvolame e l’attacco di mandata per autopompa dei Vigili del Fuoco.
Le tubazioni dell’impianto di spegnimento possono correre a vista, oppure essere interrate. In ogni caso è preferibile che siano chiuse ad anello garantendo una maggiore affidabilià.
La norma UNI 10779 – “Impianti di estinzione incendi – Reti di idranti – Progettazione, installazione ed esercizio” richiede di prestare attenzione in fase di progettazione al fine di garantire caratteristiche quali la separazione idrica dell’impianto di spegnimento da altri impianti (es. Idrico-sanitario); idonee prestazioni idrauliche in termini di portata/prevalenza all’erogatore; sezionamenti della rete ad anello; protezione estesa all’intera attività; gruppi di pompaggio ridondanti.
Gli erogatori possono essere naspi (UNI 25) o idranti sopra o sottosuolo (UNI 45, UNI 70).
Progettazione impianti automatici ad acqua (Sprinkler, ESFR)
Nelle attività con un maggiore rischio di incendio può essere necessario installare sistemi automatici di spegnimento o controllo. Questi sistemi prevedono una fitta rete di testine erogatrici (sprinklers) interconnesse le une alle altre, il tutto abbinato ad un sistema di rilevazione dell’incendio.
La progettazione degli impianti di spegnimento automatico prevede il corretto dimensionamento e bilanciamento delle reti di tubazioni principali e terminali, delle testine erogatrici, della stazione di controllo e allarme e di eventuali gruppi di pompaggio.
Il sistema di rilevazione dell’incendio può essere di tipo elettrico, comandato da rilevatori puntiformi o barriere lineari, oppure può essere semplicemente costituito da un materiale basso fondente integrato nella testina dell’erogatore sprinkler. La presenza di fiamma causerà dunque la fusione dell’elemento e la conseguente apertura della testina erogatrice sprinkler.
Esistono diverse configurazioni e tipologie di impianti sprinkler, ad esempio:
- Impianti ad umido (perennemente alimentati da acqua in pressione);
- Impianti a secco (alimentati solo a seguito della rilevazione dell’incendio, da preferire in presenza di rischio gelo);
- Impianti a preallarme (riducono il rischio di falsi allarmi);
- Impianti alternativi (possibilità di funzionamento sia umido sia secco);
La progettazione di una rete di spegnimento sprinkler non può prescindere dal considerare gli effetti dell’acqua come agente estinguente, sui materiali e beni contenuti nell’attività.
Progettazione impianti speciali (gassosi, areosol, polvere, schiuma, water mist, deplezione di ossigeno)
In tutti gli ambiti in cui l’acqua può causare danni non accettabili ai beni contenuti nell’attività, si ricorre a differenti agenti estinguenti. Tra questi ambiti rientrano i musei, le gallerie d’arte, gli archivi storici, data center, sale server, magazzini alimentari, industrie farmaceutiche.
Il denominatore comune di questi impianti antincendio è costituito dall’effetto di deplezione del tenore di ossigeno nell’aria contenuta nel locale da proteggere.
Tra i più comuni agenti estinguenti gassosi troviamo la CO2 o eventualmente altri gas inerti. Gli impianti a saturazione di CO2 consentono di interrompere la combustione, e quindi domare l’incendio, grazie all’eliminazione del comburente (ossigeno). La compatibilità tra questi impianti e l’eventuale presenza di personale dovrà essere accuratamente valutata in fase di progettazione.
Gli impianti di spegnimento a schiuma o a polveri erogano in caso di incendio un agente estinguente analogo a quello contenuto negli estintori manuali. Tali agenti permettono di domare fuochi di diversa tipologia (es. Incendi di liquidi), tuttavia spesso non risultano compatibili con certe attività a causa dell’inevitabile e difficile azione di pulizia richiesta in caso di attivazione dell’impianto.
Un’idonea progettazione dell’impianto antincendio sceglierà il sistema più indicato in funzione di parametri quali: la tipologia di fuoco riscontrabile in caso di incendio (materiale solido, liquido, gas, oli da cucina, metalli); l’effetto dell’estinguente sulla merce contenuta; l’evetuale presenza di persone; la possibilità di predisporre locali contenenti l’agente estinguente da utilizzarsi in caso di incendio.
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Studio Dall’Orto di Parma, da oltre 40 anni, si occupa di tutte le fasi della progettazione e gestione pratiche antincendio atte a conseguire l’ottenimento del C.P.I. Operiamo su tutto il territorio nazionale per attività commerciali, attività produttive e industrie, scuole, hotel, ospedali, condomini, autorimesse.